I disoccupati di Scampia continuano ad attuare lo sciopero a rovescio nelle Vele, compiendo opere di pubblica utilità che le istituzioni inadempienti, locali, regionali o nazionali non compiono. Con lo sciopero a rovescio, i senza lavoro hanno protestato mimando polemicamente il comportamento d’una istituzione efficiente, responsabile e attenta alle rivendicazioni sociali del territorio L’iniziativa di lotta promossa dai disoccupati di Scampia, Comitato 167, il comitato Vele e il Cantiere 167 ha messo al centro problemi e bisogni reali: il diritto ad un’abitazione dignitosa, il diritto ad un ambiente salubre e non degradato, il diritto sancito dalla costituzione di un lavoro utile e dignitoso per tutti. “Le istituzioni nazionali e locali non offrono nulla di questo anche se sarebbe loro compito garantire questi principi costituzionali” – sottolineano i disoccupati – ecco perchè insieme al popolo delle Vele riaffermiamo che vogliamo tutto e ci mobilitiamo per averlo, agiamo da nuove istituzioni, istituzioni che agiscono dal basso. Quindi non aspettiamo le istituzioni ma agiamo come controllo Popolare e non solo”.
I disoccupati hanno ripulito gli spazi a verde abbandonati da decenni, pulendo le Vele. Utilissimo, prezioso il contributo e il supporto tecnico garantito dai lavoratori della ‘cooperativa 25 giugno’.
Contestato anche il governo cittadino di Palazzo San Giacomo. “Vogliamo contestare questa amministrazione che tanto rivendica un piano di abbattimento di questi mostri in cui noi siamo costretti a vivere ma nel frattempo non fa nulla per renderli vivibili perché noi ancora ci viviamo – affermano i comitati dei disoccupati – E poi non bastano abitazioni degne del loro nome, vogliamo lavoro vero perché l’unico modo che può portare sviluppo e dignità contro la povertà assoluta in cui lo stato ci condanna, è avere un lavoro vero – concludono i senza lavoro – Controllo popolare, agire da nuove autorità dal basso, creare opportunità di lavoro, lottare contro il degrado ambientale, questi gli obiettivi della nostra lotta.Vogliamo tutto, Scampia vuole tutto”
Dunque, bella e significativa la forma di lotta adottata. Lo sciopero a rovescio. E’ esattamente il rovescio dello sciopero. Si ha sciopero quando i lavoratori, per protestare o per rivendicare, si riappropriano della forza di lavoro, del tempo di lavoro che sono tenuti a prestare; si ha sciopero a rovescio quando i lavoratori, ancora per protestare o per rivendicare, prestano il lavoro senza esservi impegnati, senza esserne retribuiti, rivendicando una funzione sociale.