“5 mila lavoratori edili hanno sfilato oggi dalla sede della Regione Campania, in via Santa Lucia, fino a piazza dei Martiri, davanti alla sede dell’Ance, per chiedere un rapido e positivo rinnovo del contratto e battere la linea di chiusura arrogante di Ance e Coop e un’inversione di rotta per far ripartire il settore delle costruzioni in Campania e nel Mezzogiorno”. E’ quanto affermano i segretari generali di Cgil e Fillea Campania, Franco Tavella e Giovanni Sannino. Lo sciopero ha registrato altissime adesioni nei grandi cantieri di tutta la regione. Alla manifestazione hanno preso parte anche delegazioni di lavoratori da Calabria, Basilicata, Puglia e Molise. “Alla soddisfazione per la riuscita della mobilitazione – sottolineano Tavella e Sannino – si aggiunge la notizia positiva dell’approvazione da parte del Cipe del progetto e del finanziamento della linea 1 della Metro di Napoli Centro Direzionale – Capodichino”. “Ora – concludono Tavella e Sannino – occorre trasformare queste risorse in cantieri per garantire la chiusura dell’anello della metro, stabilendo fin da ora, attraverso la contrattazione, i livelli occupazionali e le modalita di lavoro per consegnare un’opera fondamentale per la citta’ nei tempi previsti ed evitando di ripetere le negative esperienze del passato”.
La Cgil Nazionale sostiene “con forza” le ragioni dello sciopero nazionale unitario di otto ore dei lavoratori edili, promosso per oggi daFillea Cgil Filca Cisl Feneal Uil, per il rinnovo del contratto nazionale di categoria, scaduto da un anno e le cui trattative si sono interrotte lo scorso 21 novembre per “una palese irresponsabilità delle controparti”. E’ quanto si legge in una nota del sindacato di corso d’Italia.
“Condividiamo totalmente le ragioni che sono alla base della protesta di oggi, insieme alle proposte che verranno sostenute nelle manifestazioni in programma a Milano, Roma, Napoli e Palermo”, afferma la Cgil aggiungendo che: “La crisi che investe con violenza il settore delle costruzioni non si supera di certo con l’atteggiamento conservatrice e inaccettabile delle controparti. Queste ultime infatti, nell’ambito delle trattative per il rinnovo, puntano a ridimensionare il ruolo del contratto nazionale, insieme alla contrattazione di secondo livello, alla bilateralità, ai diritti dei lavoratori e alle regole necessarie per una rigorosa competizione”.
Secondo l’organizzazione guidata da Susanna Camusso, inoltre, “l’edilizia è un settore strategico e di natura anticiclica, centrale per una decisa inversione di tendenza che possa puntare ad una fuoriuscita dalla crisi. Per questo c’è bisogno di un contratto nazionale che rafforzi la qualità del lavoro, nel rispetto della sicurezza e dei diritti dei lavoratori: la strada da imboccare non è quella della competizione al ribasso e della sola riduzione dei costi e dei diritti. Per questo siamo al fianco dei lavoratori in piazza oggi, così come lo saremo domani per dare continuità e forza alla mobilitazione per cambiare la legge di stabilità mettendo al centro il lavoro”, conclude la nota.
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