Tanti, ancora omicidi mortali nei cantieri edili. Tanti nel 2015. Alla vigilia dell’Immacolata l’ennesima tragedia. La morte di un lavoratore di soli 40 anni. Si chiamava Nusco Nunzio. Lascia la moglie e due figli piccoli.
Una morte assurda che non trova alcuna giustificazione, e che purtroppo conferma che ormai si è superato ogni livello di guardia sia sul versante del degrado produttivo che dell’illegalità. E’ insopportabile per un paese civile accettare l’idea di morire per lavorare.
Nunzio lavorava in un’opera pubblica, nell’Autoparco Comunale in via Campitelli a Portici. Era stato assunto a Maggio scorso dall’impresa “Impenova Fratelli Capasso”. Dai dati della Cassa Edile di Napoli, emerge che l’azienda ha denunciato solo 4 lavoratori pur avendo aperto sette cantieri. Lascio immaginare la differenza tra sette cantieri aperti e 4 lavoratori assunti regolarmente. La Fillea ritiene che i responsabili di quest’efferatezza siano prontamente assicurati alla giustizia senza alcuna titubanza. Siamo di fronte ad una vero e proprio omicidio.
C’è sempre un responsabilità che determina le condizioni dell’incidente. In questo caso chi doveva controllare, non ha notato che il lavoratore non aveva la cintura di sicurezza. Un mezzo protettivo che poteva salvare una vita umana perché i lavori dovevano terminare entro il 31 dicembre del 2015. La Fillea ritiene che bisogna attrezzare e potenziare gli Enti di controllo e di prevenzione, rendere esemplare le repressioni per contrastare la filosofia di chi pensa, che depenalizzando le norme sulla sicurezza, zavorra da buttare giù, ci sia più sviluppo nel settore delle costruzioni. Questa logica è inaccettabile, Si rende necessario ed urgente, invece, ripristinare un sistema di regole che recuperi il tema della sicurezza e tutela della salute dei lavoratori, chiamando tutti alle proprie responsabilità. Così come occorre contrastare ogni forma di flessibilità che, in un settore dove i ritmi e i carichi di lavoro aumentano sempre di più, dove si afferma una polverizzazione produttiva, aumentando in maniera esponenziale il tasso di rischio sulla pelle dei lavoratori. La Fillea Cgil esprime profondo cordoglio per la famiglia del lavoratore e ribadisce l’impegno a non abbassare mai la guardia sulla sicurezza di cui molto spesso, passato l’evento, non se ne parla più e tutto torna come prima.
di Ciro Nappo*
*segretario generale della Fillea Cgil di Napoli