Cristo si fermò ad Eboli. Matteo Renzi sul “Garigliano”. Insomma, la “rottamazione” in Campania è fallita. Non solo. E’ diventata addirittura lo “scudo” dei tradizionali “notabili” del partito per giustificare la peggiore tradizione politica fatta di accordi sottobanco e mediazioni di stampo “democristiane”. La “rottamazione” asfaltata dal centralismo “antidemocratico” e dalla vecchia classe dirigente. I fatti. Nella segreteria nazionale, il progetto politico di Matteo Renzi ha espresso due componenti campani sui 12 complessivi: Francesco Nicodemo e Pina Picierno. Un segnale chiaro a livello locale e napoletano. Rinnovamento sarà. Rottamazione sarà. E invece nemmeno per sogno. La rottamazione, come detto, asfaltata e sacrificata. Troppo forti i potenti notabili locali. Anche per Nicodemo e Picierno. Anche per Matteo Renzi. Napoli e la Campania sono sempre piazze particolari. Figuriamoci da queste parti come poteva radicarsi seriamente la “rottamazione”. E allora i vari Salvatore Piccolo, Lello Topo, il “figlio d’arte” Mario Casillo e il “notabile” Vincenzo De Luca, col suo doppio incarico da tutelare anche contro le sentenze, si mettono all’opera. Non sono “renziani” ma all’ultimo momento sono saliti su quel “carro” affinché la “rottamazione” potesse garantire in campo il vecchio “sistema”. Hanno fermato Renzi sul Garigliano.
E così, contro ogni principio di rinnovamento e di “rottamazione”, hanno scelto per la poltrona di segretario regionale Susy Tartaglione. Nome già noto all’apparato politico perché risulta tra i consulenti del consigliere Casillo durante la legislatura regionale tra il 2005 e il 2006 sulla legge che riguardava i cimiteri. Ovviamente la “scalata” di Tartaglione è stata sponsorizzata da Casillo e frutto di un accordo tra “notabili”, “rottamatori” dell’ultim’ora. Solo in Campania quelli che dovevano essere “rottamati” si sono trasformati come per magia in “rottamatori”. Di cosa nessuno lo ha ancora capito.
Di fronte a questo metodo e a questi cognomi, paradossalmente, Antonio Bassolino è colui che riesce a presentarsi addirittura come l’unico vero innovatore del Pd. Per non parlare di quanto successo a livello locale. Tutto l’apparato dei comuni è salito, in ogni paese, sul “carro” di Renzi. La “vecchia “politica in particolar modo. I “vecchi notabili” e l’apparato di potere: sindaci, assessori e consiglieri. Seguendo lo schema regionale, anche nei paesi di provincia quelli che dovevano essere i “rottamati” sono diventati “rottamatori”. Con primarie finte, mai svolte se non solo sulla carta, e “quote” e voti divisi a tavolino tra le diverse componenti. Diluendo la “rottamazione” nel calderone della “restaurazione”.
E Nicodemo? E Picierno? Hanno consentito che Piccolo e company bruciassero per la segreteria regionale del Pd tutti i “ veri renziani” e quindi innovatori. Scegliendo, poi Susy Tartaglione. Renzi si è fermato sul Garigliano. Nicodemo e Picierno, invece, o si sono trasferiti a Roma oppure non si sono accorti di cosa sia successo a in Campania. Da “rottamatori” a “restauratori”. Magie di casa Pd.
(di Giovanni De Cicco da Notix)