E’ stata rinviata ad oggi la seduta del Consiglio regionale della Campania con all’ordine del giorno il disegno di legge sul riordino del servizio idrico integrato. I comitati contro la privatizzazione dell’acqua hanno organizzato un nuovo presidio davanti alla sede dell’assemblea elettiva. La battaglia continua.
“L’acqua è una fonte di democrazia”- sottolinea Maria Muscarà, militante attiva del comitato contro la privatizzazione dell’acqua, candidata al consiglio regionale per il Movimento 5 Stelle. “Anche oggi saremo davanti alla sede del consiglio regionale insieme a Padre Alex Zanotelli – aggiunge Maria Muscarà – L’acqua non puoi scegliere se usarla o no ne va della tua vita è come l’aria che respiri e non puo’ piegarsi al profitto per questo il movimento 5 stelle è da sempre schierato con i comitati contro contro Gori e contro le scelte scellerate del Governo e in difesa dei cittadini ed in rispetto dell’esito referendario del 2011, da sempre con i comitati”. Quali sono gli obiettivi dei comitati? “Una nuova legge regionale per l’acqua pubblica e l’annullamento degli illegittimi aumenti tariffari richiesti dalla Gori, la società privata che gestisce le reti idriche in molti comuni della provincia di Napoli – sottolinea ancora Maria Muscarà – Napoli, con la creazione di ABC, l’azienda “Acqua Bene Comune” è stata la prima grande città a rispettare il referendum popolare ribadendo che l’acqua è un bene essenziale ed insostituibile che rappresenta un diritto universale, inviolabile, che si può annoverare tra quelli previsti dall’articolo 2 della costituzione. La proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche ed improntate a criteri di equità, solidarietà e rispetto degli equilibri ecologici” – puntualizza Maria Muscarà.
Nell’ ultimo giorno utile per approvare atti amministrativi e politici, la giunta Stefano Caldoro cerca di fare una fuga in avanti, un blitz per fare approvare, sotto forma di un disegno di Legge, collegato alla finanziaria, un vecchio progetto di privatizzazione e riorganizzazione del Servizio Idrico voluto dalle multinazionali.
“Vuole concentrare nel consiglio d’ambito Ato tutti i poteri decisionai esautorando in questo modo i sindaci di 550 comuni campani dalla gestione e dal controllo del servizio idrico – afferma Maria Muscarà – La Gori, verrebbe così premiata, invece di essere liquidata, dopo i tanti guasti che ha prodotto: distacchi dell’acqua illegittimi, aumenti esorbitanti ed ingiustificati delle tariffe, partite pregresse, conguagli incomprensibili ed ingiustificati”. Non usa giri di parole Maria Muscarà la combattiva militante dei comitati. “Oggi torniamo davanti alla Regione per ricordare che siamo assetati di democrazia” – dichiara la candidata del movimento 5 Stelle. Maria Muscarà chiede interventi adeguati da parte delle istituzioni per la cura, la gestione degli impianti e della rete evidenziando che il 40 per cento della buona acqua si disperde nelle tubature. Uno spreco. “Sono necessari interventi ad hoc per la manutenzione, considerato che solo il 15 per cento della bolletta viene destinato per migliorare la funzionalità delle infrastrutture, mentre mentre all’estero ben il 50% è destinato al buon funzionamento della rete idrica – precisa Maria Muscarà – Bisogna agire sulla manutenzione e la modernizzazione della rete. Se si continua ad attendere o si agisce poi sull’onda dell’emergenza si rischia di fare male e spendere tanto – evidenzia Muscarà – In Italia il 20 % acque reflue non sono depurate ed anche questo necessita di un sistema di gestione attento e nuovo. E per finire una nota dolente – conclude Muscarà – Nonostante l’acqua pubblica sia sicura e controllata, L’italia è la più grossa consumatrice di acqua in plastica una media di spesa di 235 euro l’anno a persona e un consumo di bottiglie di plastica, circa sei miliardi di bottiglie l’anno che vengono trasportate su gomma e a fronte di un’acqua in bottiglia costosa, inquiniamo e produciamo rifiuti”
(di Ciro Crescentini)