“La Cultura non serve” disse Giulio Tremonti e infatti non si lavora più, non si suona più: grazie!
Nell’arco di tre anni passi da 40 concerti all’anno nelle sale che contano, ben pagati tanto da vivere dignitosamente senza arricchirsi, ma a me questo non interessa, a 4 date. Allora vai con il violoncello anche in strada a suonare dove, però, davanti alla musica di Bach molti si fermano, soprattutto i bambini e capisci che davanti alla bellezza il mondo ancora si ferma. Ma la cultura non serve…
Poi passi alla “posteggia” nei ristoranti, decisamente più remunerativa e agiata, dove anche quì la risposta è alta e gratificante anche in quella fascia popolare decisamente abbruttita negli ultimi tempi. Non mancano gli applausi a fine brano e gli svariati complimenti nonché domande sui brani e sullo strumento; pochi sanno che si chiama violoncello, il popolo italiano non è certo fra i più istruiti d’europa ma la cultura non serve…
Poi, finalmente, lo Stato ti riconosce un pochino di merito dandoti 6 ore a settimana di violoncello nella scuola media dell’I.C. Ciccone-Saviano. Bene, la casa è garantita e insegno per la prima volta nella scuola pubblica italiana. Ovviamente fino a giugno a settembre si vedrà. E’ normale che tu possa essere un tantino in angoscia per il futuro, anche dopo la “Bella scuola”… ma si va avanti anche se la cultura non serve…
Mi piace molto insegnare e i miei 5 allievi, 4 femminucce e un maschietto, seguono ottimamente e c’è anche un bel talento in classe; un talento su cinque è una percentuale altissima che mostra subito una grade passione unita a ottima musicalità ed elevata capacità di adattamento. Sono in prima media e suonano il violoncello da pochi mesi e comunque si integrano perfettamente all’orchestra con la quale parteciperanno alla V edizione del Concorso Europeo “Enzo Bonaugura” a Ottaviano.
13 maggio, una bellissima giornata di sole, non umida e con un pò di vento che accarezza piacevolmente la pelle. Oggi c’è il concorso dei miei ragazzi, io sono contenta e loro pure.
Ci avviamo sul luogo del concerto in pullman. C’è fervore e agitazione, i ragazzi suoneranno per la prima volta e io per la prima volta porto la mia classe ad un concorso. Durante il tragitto prendo il microfono e non perdo occasione di parlare loro tranquillizzandoli e caricandoli di fiducia per la vittoria e dando suggerimenti su come affrontare l’esibizione. Arriviamo a Ottaviano, nel bellissimo Palazzo Mediceo confiscato nel 1991 a Raffaele Cutolo e ora adibito a spazio per la cultura che non serve…
I ragazzi cominciano a suonare, 85 elementi! In bocca al lupo!
Il primo brano è la dolcissima “Napulè”, poi scatenatissimi con Tammorriata nera. E’ la volta di “Colonne sonore film”. Parte il brano e si sentono le note del bellissimo tema di Nicola Piovani del film “Il Camorrista”. A questo punto mi guardo attorno e mi rendo conto dell’importanza e della forza del momento. Li, nella stalla del “Professore” 85 ragazzi stavano suonando felicemente insieme. In un luogo dove il degrado umano è arrivato nel punto più basso ora c’è solo gioia e bellezza.
I ragazzi chiudono con un bellissimo arrangiamento del “Pirata dei caraibi” che esce splendido! L’ovazione è intensa e unanime. Bravissimi!
Finita l’esibizione è la volta di altre orchestre e noi restiamo in questo splendido posto: visioniamo la bella villa, un caffè, due chiacchere con i genitori e tanta serenità.
Raramente in questi ultimi anni, affrontando questa crisi devastante, mi è capitato di sentirmi così bene. La crisi ti mette a dura prova, stai sempre in angoscia per il futuro e ti perdi anche quel poco di buon presente ma oggi no, oggi non è così. Cosa c’è di diverso? Ci sono loro, i ragazzi, il futuro, la musica, la passione che ci accomuna, la voglia di vivere, di stare insieme e di stare bene. Niente pensieri. Solo ora. Si attende fiduciosi l’esito del concorso ma ad un certo momento anche questo passa in secondo piano, si sta bene e basta. Si sta bene perché c’è amore, partecipazione, comunanza e la vita di questo momento.
I ragazzi stanno benissimo, giocano all’aria, ascoltano le esibizioni dei compagni delle altre scuole e non mancano le competitività che quasi sfociano alle mani ma, loro, evitano di arrivarci, peccato rovinare tanta bellezza.
Che saranno passate, due ore? La percezione del tempo è diversa in questi rari momenti ma è arrivata l’ora tanto attesa della premiazione. C’è forte trepidazione con molti piuttosto certi di aver vinto. Dopo pochi minuti è ufficiale: primo posto alla Ciccone-Saviano! Hanno vinto! Un tripudio di gioia esplode nella stalla. Io esulto con loro, sono felicissima e mi abbraccio forte i miei allivi. Hanno vinto, sono tutti felici e hanno doppiamente vinto, senza saperlo, con le note di Piovani.
Ma la cultura non serve…
di Wally Pituello
Prima foto: gli allievi di Wally Pituello
seconda e terza foto: Wally Pituello