I dati diffusi dallo Svimez con il Rapporto 2013, confermano interamente la grave crisi del settore delle costruzioni. Non poteva che essere così, atteso che in questi anni di difficoltà, 2009-2013, e ancora oggi, nessun provvedimento né congiunturale, né strutturale è stato messo in campo per invertire la situazione, anzi.
In particolare nelle aree del Mezzogiorno la perdita secca del valore aggiunto del settore è pari al 6.9% (+ 0.8%) di quello del Centro-Nord (6.1%).
Con l’aggravante che rispetto al 2011 la perdita nel Sud è ancora maggiore rispetto al Centro-Nord.
E così anche nel volume degli investimenti, si perde più al Sud che al Nord.
Idem sui livelli occupazionali. Oltre il 50% di posti di lavoro si sono persi nelle regioni meridionali.
A questo triste quadro di riferimento la Campania concorre in maniera massiccia.
Sono ormai diversi semestri dalla 2009, scadenza temporale degli indicatori delle cinque Casse Edili della Campania, che gli stessi hanno tutti il segno “meno”, tranne quello del ricorso alle casse Integrazioni e alle Disoccupazioni Speciali che hanno il segno “più”.
Due su tutti: 30 mila lavoratori in meno e 200 milioni di euro di perdita della massa salariale prodotta.
I dati contraddittori sull’emissione dei bandi pubblici per opere pubbliche, che assegnano alla Campania il primato di più gare bandite, rivelano nei fatti un valore degli importi pari al 70% in meno rispetto al quelle del Centro-Nord.
C’è un problema di dualismo vero al di là di ogni propaganda e di edulcorazione della realtà.
Un dualismo in quantità e in qualità, che va affrontato e superato.
Nell’ambito e nella dimensione di una Campania che diventi vertenza prioritaria e nazionale, la Fillea ritiene che vada definito un Piano del lavoro in edilizia che sappia rispondere all’emergenza realizzando e completando le opere programmate, dall’Agenda 2007-2013, ai 19 Grandi Progetti, ma soprattutto ad una diffusa cantierizzazione di piccole e medie opere della riqualificazione a partire dai programmi di Europa Più e degli Accordi di Reciprocità.
E al tempo stesso pensare ad un diverso modello di sviluppo e produttivo del settore, che privilegi la sostenibilità, l’efficientamento energetico, l’economia verde, zero consumo di suolo, la sicurezza e la manutenzione del territorio e del patrimonio scolastico ed abitativo.
Ripensare ad un intervento massiccio sulle città, riprendendo i principi del Progetto Sirena, intervenendo sulla programmazione dell’Agenda dei Fondi Comunitari 2014-2020.
E’ questa la strada per risollevare il settore, dal versante produttivo e occupazionale, affrancarlo dall’emergenza e dalla vulnerabilità, per poter dare un contributo all’economia più generale della Regione.
Giovanni Sannino
segretario generale della Fillea Cgil Campania