Sanità privata accreditata campana sul piede di guerra. FederLab-SBV(l’associazione dei laboratoristi di analisi); Aiop (Associazione Italiana Ospedalita’ Privata); Confindustria; Unione Industriale-Sezione Sanita’; SNR (Sindacato Nazionale Radiologi); CCA (Confederazione Centri Antidiabete); Aspat (Associazione Sanita’ Privata Accreditata Territoriale); Aisa (Associazione Italiana Specialistica Ambulatoriale) eAnpric (Associazione Centri di Riabilitazione) lanciano l’allarme. “I tetti di spesa – si legge nel comunicato – sono stati raggiunti, il budget sanitario stanziato dalla Regione si sta avviando all’esaurimento. Morale della favola: dal mese di ottobre scattera’, inevitabilmente, il blocco delle prestazioni gratuite. Per essere piu’ precisi, dal 27 settembre non saranno piu’ possibili gli esami di radiologia, dal 30 si arrivera’ allo stop per le analisi, per le prestazioni cardiologiche e per l’assistenza diabetologia. E dal 16 ottobre si fermera’ anche la medicina nucleare”. All’appello – secondo quanto denunciano le sigle sindacali – , mancano circa 86 milioni di euro, 58 dei quali utili a coprire le patologie croniche e 459 mila euro per le malattie rare. Ma il caso piu’ eclatante e’ quello relativo alla spesa per i centri diabetologici (una decina in tutta la Campania): appena 100 mila euro”.
“E’ strumentale e creata ad arte la protesta posta in essere dalle strutture sanitarie private, accreditate presso la Regione Campania” che minacciano lo stop alle prestazioni specialistiche gratuite gia’ dal prossimo ottobre per esaurimento dei budget di spesa. Ad affermarlo e’ il segretario generale della Cisl Campania, Lina Lucci, che spiega: “Questi signori sanno benissimo che il decreto legge 95, trasformato poi nella legge 135 del 2012(la cosiddetta spending review), all’articolo 15 comma 14, impone l’abbassamento dei tetti del 5 per cento. Quindi – aggiunge Lucci – chi oggi si lamenta che non ce la fara’ a fronteggiare la domanda di assistenza, deve spiegare perche’ se ne ricorda solo adesso. Non vorremmo assistere ad un giochino che negli anni passati, con l’appoggio di certa politica accondiscendente, ha solo dato luogo a contenziosi onerosi – spesso anche fittizi – a danno della collettivita’ e spinto la stessa politica ad accordi sull’innalzamento dei tetti di spesa che hanno contribuito a generare il debito strutturale della Sanita’”. “Se il sistema convenzionato chiama in causa il sindacato dovrebbe cominciare a dialogare con noi sul rispetto dei contratti che applicano nelle aziende, troppi utilizzano i lavoratori come arma di ricatto per ottenere maggiori risorse e in molti casi li sottopagano”. Aggiunge il segretario generale della Cisl: “Se vogliono la guerra siamo pronti a scendere in campo, ma cominciamo a mettere le carte in tavola su alcuni punti: contributui versati ai lavoratori e rispetto dei contratti (sui quali si gioca al ribasso sulla pelle dei lavoratori). Altrettanto vergognosa – conclude Lina Lucci – e’ la polemica cui si sta abbassando la politica in queste ore che, come al solito, utilizza la Sanita’ e i diritti di assistenza dei cittadini come terreno di scontro dell’imminente campagna elettorale. E’ bene chiarire che le Regioni (nessuna, figuriamoci quelle in piano di rientro) non hanno potere in materia, ma i tetti di spesa sono in capo al governo. Se vogliamo sapere che fine fanno quelle risorse facciamo un’azione comune nei confronti di Roma”