Costava 50 euro a voto, 30 all’elettore che faceva commercio della propria scelta e 20 al ‘comitato’ che organizzava quello che il gip Tommaso Miranda definisce “mercimonio politico”, essere eletto alla Camera dei Deputati, collegio Campania 1, a Gennaro Castiello, già in consiglio comunale a Napoli per il Pdl, con il sogno di andare a Montecitorio per il Mir di Paolo Samori’ e ora arrestato. Ma c’era anche la “signora che vota per il porto” che ci guadagnava una “bella spesa” e chi due biglietti per la partita del Napoli con la Sampdoria. Lo spaccato che emerge dall’inchiesta dei carabinieri documenta voci che abitualmente si diffondono ad ogni appuntamento elettorale napoletano. Una inchiesta in cui sono indagate almeno altre tre persone, anche se il gip ha respinto le misure cautelari a loro carico, tra cui un consigliere comunale di Mugnano, Ciro Terribile, e il padre di questi Vincenzo, nata dalla denuncia del presidente della IV Municipalita’ (cui appartiene un’altro degli arrestati, Mario Maggio), Armando Coppola, che il 27 gennaio si presenta ai militari dell’Arma e racconta come Maggio abbia avvicinato diversi consiglieri del suo ‘parlamentino’ offendo soldi e favori in cambio di un loro impegno a spendersi per Castiello, in particolare Rosario Piscopo e Gaetano Candelma. Poco piu’ di un mese di intercettazioni ambientali, con microspie nelle auto di Maggio anche, e telefoniche, nonche’ il sequestro il 12 marzo a casa di Castiello di alcuni fogli con coordinate bancarie e indicazioni dis eggi, hanno portato a raccogliere elementi di prova per il gip non solo del patto denaro-voto che legava gli arrestati, ma anche della “esperienza e spregiudicatezza” con cui gestivano il sistema di procacciamento di preferenze a pagamento. E se Castiello e’ “ben consapevole del fatto che per raggiungere il suo fine deve promettere denaro o altra utilita’ e non esita a farlo”, Maggio e gli altri tre “fanno parte di una squadra collaudata …che dimostra di mettere a frutto tutta l’esperienza maturata in precedenti campagne elettorali” Maggio, ad esempio, arriva da ‘anticipare’ piu’ di 10mila euro di ‘spese’ e quando arriva un assegno di quell’importo non lo cambia perche’ capisce che non e’ coperto: “Perche’ noi abbiamo pure un assegno di 10mila euro – dice in una conversazione intercettata in auto il 21 febbraio 2013- allora non ho voluto cambiarlo perche’ pure io tengo il sentore”. In un dialogo tra Castiello, Maggio e un altro arrestato, Domenico De Santis, del 20 febbraio di un anno fa, Maggio sottolinea: “Perche’ noi siamo andati a rompere il c…alla gente, non e’ stata la gente che e’ venuta vicino a noi…noi siamo andati a dire ‘guaglio’ venti, trenta euro per voto, erano cinquanta euro per voto, trenta glieli davamo a loro e venti a noi, siamo andati noi vicino alle persone”. Ma a volte, rivelano sempre le intercettazioni, c’e’ concorrenza nell’accaparrarsi voti a pagamento, e qualcuno offre anche 50 euro a voto al singolo elettore. E c’e’ anche la necessita’ di procedere al ‘recupero crediti’, come documenta una conversazioen del 28 febbraio in auto tra De Santis, Maggio e Castiello per riappropriarsi di una somma corrisposta in anticipo a un gruppo consiliare di San Giorgio a Cremano che fa capo al consigliere Giampaolo Scognamiglio (“Per il recupero dovevi dire ‘Genna’, ma voglio capire una cosa, ma sono un camorrista che devo andare al recupero?”, si infervora De Santis con Maggio, dopo che hanno fatto scendere Castiello dalla vettura).
